Due mamme lesbiche portano il Comune in tribunale: “Non ci riconosce come madri” [di Federica Cravero]
La coppia di donne ha avuto due gemelle grazie alla fecondazione eterologa, Trofarello rifiuta di registrare entrambe all’anagrafe come genitrici e loro fanno causa. Il sindaco: “Manca una legge”Due mamme, due gemelline, un sindaco e un pool di legali e militanti per i diritti civili pronti a dare battaglia perché venga riconosciuta anche sui documenti quella che è già una realtà: una nuova famiglia.
«C’è un vulnus giuridico», replica l’amministrazione comunale guidata da Stefano Napoletano. «Ci sentiamo con le mani legate — incalza l’assessora alle Politiche sociali Emilia Tiso — ma questa chiusura burocratica non significa chiusura di pensiero. Abbiamo celebrato l’unione di queste donne perché questo è permesso dalla legge ma non possiamo registrare le loro bimbe come figlie di entrambe perché questo non è permesso.
Ed è allo stesso modo che si comporta la maggior parte dei comuni in Italia. Per questo era stato accolto con favore da parte di moltissime famiglie “arcobaleno” il passo in avanti che aveva fatto l’allora sindaca di Torino, Chiara Appendino, quando aveva disposto che gli uffici dello Stato civile registrassero come figli di coppie omogenitoriali i bambini nati da maternità surrogate e da fecondazione eterologa, nonostante entrambe le forme siano vietate nel nostro ordinamento.
Ricevuto il diniego formale, le due donne hanno deciso di impugnarlo e di portare in tribunale il loro caso, assistite dall’avvocato Edoardo Carmagnola. La prima udienza è stata il 23 gennaio davanti alla giudice Isabella Messina e l’amministrazione comunale si è costituita in giudizio. L’auspicio, da parte delle donne, è che il loro diritto ad essere riconosciute entrambe come madri venga sancito da un giudice e che una sentenza vada a colmare il vuoto legislativo.
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