Il racconto dell'ostetrica Aisha che lavora nella maternità supportata da Medici Senza Frontiere a Mare', una città nel governatorato di Aleppo: sono nati i primi bambini dopo il terremoto dello scorso 6 febbraio.
, Aisha e la sua famiglia stavano dormendo. «Abbiamo sentito l'edificio tremare sopra di noi. Viviamo in un edificio di cinque piani: l'abbiamo sentito tremare sopra le nostre teste», racconta Aisha che lavora come, città nel governatorato di Aleppo, in Siria. «All'inizio non sapevamo cosa stesse succedendo, ma dopo circa 10 secondi abbiamo capito che si trattava di un terremoto.
Gli altri due figli erano in camera da letto. Sono corsa a svegliarli. Siamo usciti in strada, senza sapere cosa stesse succedendo».Al racconto della tragedia vissuta in quegli istanti da migliaia di persone, Aisha alterna quello della vocazione per il suo lavoro negli ospedali. «La mia vicina stava urlando. I nostri vicini che abitano ai piani superiori hanno buttato giù i loro figli perché li prendessimo.Fuori, ci siamo guardati intorno in stato di completo shock.
Come madre, volevo solo essere presente per i miei figli, soprattutto perché il maggiore è stato ucciso durante un bombardamento ad Aleppo.Le cliniche mobili di Msf nel governatorato di IdlibLa seconda cosa da fare, per Aisha era andare in ospedale e iniziare a curare i feriti. «Sono salita in macchina e mi sono diretta all'ospedale che aveva più bisogno di medici. Sono arrivata al pronto soccorso e ho iniziato a lavorare.
Un uomo aveva visto tirare fuori da sotto le macerie i corpi di sua moglie, dei suoi figli e dei suoi genitori.
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