Piccola guida per solutori di rebus che non ne sanno ancora niente
Nonostante, a una prima occhiata, il meccanismo possa apparire ostico, la logica dietro a un rebus in realtà è piuttosto semplice. Si parte da una vignetta che illustra una scena quotidiana, talvolta ironica o surreale; su alcuni dei soggetti raffigurati vengono disegnate lettere dell’alfabeto o, più raramente, simboli di altro genere. La combinazione di lettere e soggetti – chiamata in gergo “prima lettura” – porta a una frase finale, che è la soluzione del rebus.
Ad esempio, se nella vignetta ci fosse la lettera F su un arco seguita dalla lettera M posta su alcune pere, la soluzione – indicata dalle cifre “3 7” – sarebbe:Non sempre le cose sono tanto ovvie. A volte i soggetti non sono definiti in maniera didascalica, ma in base a una loro caratteristica evidente , o al rapporto che hanno con altri soggetti presenti nella scena.
Questo è tutto, o quasi. Nel risolvere un rebus ci sono alcune di regole da tenere sempre presenti. La prima: le lettere illustrate compariranno nella soluzione da quella più a sinistra a quella più a destra, senza eccezioni. Seconda regola: soggetto, verbo e complementi possono scambiarsi di posizione a piacere, purché la prima regola sia rispettata.
Quindi, se l’illustrazione ritrae una coppietta occupata in tenere effusioni, con le lettere T e R sui due, si potrà avere “T ama R…” ma anche “T R ama…” o “ama T R…”. Non si potrà invece mai avere “R ama T” poiché la lettera T nella vignetta si trova più a sinistra della R, e quindi va menzionata per prima.
Ultima cosa: il lessico rebussistico ama le parole brevi, come le preposizioni semplici , le voci verbali brevissime e i verbi tronchi alla terza persona plurale . Permangono nell’uso alcuni sostantivi desueti . Imparare queste consuetudini vi aiuterà a risolvere i giochi molto più in fretta.
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