Mario Sechi non sarà più il capo ufficio stampa di Giorgia Meloni
. Era alla sua prima esperienza da portavoce di una importante figura istituzionale, ma non sembra che la sua prossima rimozione sia dovuta all’inesperienza o a una cattiva gestione dei rapporti con la stampa, cioè il principale compito che aveva.
Subito dopo la sua nomina a presidente del Consiglio, Meloni aveva assunto nel suo staff diverse persone che la seguono da molti anni: su tutte la sua storica segretaria Patrizia Scurti, la sua altrettanto storica portavoce Giovanna Ianniello, e il cognato di Ianniello, il giornalista Paolo Quadrozzi. Poche settimane dopo a queste figure, che gestiscono da sempre i suoi rapporti con la stampa, si era aggiunto Fabrizio Alfano, ex portavoce di Gianfranco Fini, ex leader della destra italiana.
Meloni è sovente descritta come una persona che fa fatica a fidarsi di chi non collabora con lei da anni, o di chi proviene da ambienti diversi dai suoi: Sechi è sempre stato vicino alla destra, ma non a quella più radicale che fa riferimento alla Lega o a Fratelli d’Italia, tanto che alle elezioni politiche del 2013 si era candidato in parlamento col partito centrista fondato dal presidente del Consiglio uscente Mario Monti.
La collaborazione fra Sechi e Meloni inoltre è stata complessa fin dai primi giorni. Fu lui a organizzare la conferenza stampa che Meloni tenne a Cutro, in provincia di Crotone, pochi giorni dopo il naufragio che causò la morte di 94 persone migranti. Meloni: diede informazioni molto parziali sul naufragio, dimostrò scarsa empatia con le persone morte e soprattutto fu incalzata dai giornalisti della stampa locale con domande che non erano state concordate con Sechi.
, i rapporti fra Sechi e Scurti e Iannello sono molto peggiorati. Sechi chiedeva maggiore libertà di azione nel gestire i rapporti con la stampa, Scurti e Iannello ritenevano che volesse un grado di autonomia eccessiva.
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