Secondo l’Fmi, quest’anno la Russia crescerà più di Germania o Gran Bretagna e come Francia e Italia. Dovrebbe tenere testa, o superare, 4 dei Paesi del G7 che cercano di mantenere e rafforzare le sanzioni imposte al regime di Putin più di un anno fa
Inoltre, da quando la Russia è stata sottoposta a sanzioni nel 2014, dopo l’annessione illegale della Crimea e il sostegno ai separatisti del Donbas, alcune aziende occidentali mostrano a loro volta lealtà negativa verso i propri Paesi. In genere rispettano le sanzioni, ma alcune hanno trovato il modo di continuare a lavorare con profitto con le controparti russe: incluse le forniture a società che lavorano per il complesso militare-industriale di Mosca.
Altre due società quotate in borsa, la statunitense SLB , e l’italiana Buzzi Unicem , stanno utilizzando una scappatoia che consente alle loro filiali russe di continuare a operare. Nessuna società stabilita in Russia è tenuta a rispettare la legislazione occidentale, quindi ciò che SLB e Buzzi Unicem stanno facendo è perfettamente legale. E anche molto redditizio.
In generale le scappatoie legali, il comportamento opportunistico delle aziende, il tentennamento dei governi, le influenti lobby industriali dei Paesi occidentali e la mancanza di cooperazione da parte delle economie emergenti stanno contribuendo ad attenuare l’impatto delle sanzioni. Ma concludere che queste siano un fallimento sarebbe sbagliato: semmai è il caso di renderle più incisive e difficili da aggirare.
Anche per questo, le relazioni tra il Cremlino e alcuni oligarchi russi diventeranno sempre più decisive. Nel febbraio 2022 nelle élite degli affari del Paese regnava una sorta di diffusa rimozione della realtà della guerra imminente. Anche dopo aver lavorato con Putin per decenni e aver beneficiato dei rapporti con cerchie di potere corrotte e aggressive, questi oligarchi non avevano capito i piani del leader.
Mordashov è un caso emblematico. Dopo l’inizio della guerra e le sanzioni, questo multi-multimiliardario si è impegnato a fondo per ripulire la propria reputazione in Occidente. I principali media statunitensi hanno persino pubblicato articoli molto comprensivi verso di lui, ritraendolo come un oligarca favorevole alle riforme che cerca di mantenere le sue distanze da Putin.
in un’azione degna di nota per evitare conseguenze ancora peggiori. I governi democratici potrebbero cercare di sfruttare queste contraddizioni e debolezze. Il più recente rapporto Yermak-McFaul suggerisce di stabilire un percorso chiaro per la revoca delle sanzioni contro coloro che prendano attivamente le distanze dal Cremlino e si impegnino a ripristinare i confini legali dell’Ucraina. Ciò equivarrebbe a cercare di ispirare negli oligarchi russi una “slealtà positiva”.
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