Si chiama Orania ed esiste dal 1991, anno in cui finì l'apartheid: al suo interno di fatto non sono ammesse persone nere
In Sudafrica – lo stato africano in cui dal 1948 al 1991 un gruppo di eredi dei colonizzatori bianchi attuò l’apartheid, la politica di segregazione razziale dei neri – esiste ancora oggi una piccola città in cui vivono solo persone bianche e in cui di fatto le persone nere non sono ammesse., l’anno in cui terminò l’apartheid, da parte di alcuni afrikaner, gruppo etnico formato da
discendenti dei coloni bianchi europei, perlopiù olandesi: gli afrikaner furono tra i principali responsabili dell’attuazione del regime di segregazione razziale dei neri, e i fondatori di Orania sostengono di avere il preciso obiettivo di preservare la propria cultura. Nel corso degli anni Orania ha ricevuto apprezzamenti da personaggi politici di destra o estrema destra, in alcuni casi venendo presa come
da gruppi di suprematisti bianchi all’estero. In Sudafrica è considerata una specie di simbolo di quanto divisioni razziali e forme di segregazione siano tutt’altro che terminate.Orania si trova più o meno al centro del Sudafrica, nella provincia del Capo settentrionale e nella regione semi desertica del Karoo. È una città minuscola, di meno di 9 chilometri quadrati di superficie e con circa 3mila abitanti.
Orania ha anche una sua bandiera, con un ragazzino che si rimbocca le maniche su sfondo blu e arancione. Sono iche aveva la bandiera sudafricana fino al 1994, l’anno in cui si svolsero per la prima volta nella storia del paese elezioni libere e aperte a tutta la popolazione, in cui venne eletto come presidente del Sudafrica Nelson Mandela, e in cui il Sudafrica adottò la sua bandiera attuale.
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