Di scientificamente plausibile nella serie “The Last of Us” c'è poco, perché non siamo insetti: ma la questione delle infezioni fungine favorite dal cambiamento climatico esiste
ma appartenente alla stessa divisione , sono emerse in tempi e in luoghi differenti, destando una certa preoccupazione tra ricercatori e ricercatrici che se ne occupano. Proprio l’assenza di correlazioni tra i casi induce alcuni studiosi a sostenere che a determinare l’aumento delle infezioni siano le mutate condizioni ambientali e non un fenomeno di contagio da persona a persona.considerato meno credibile rispetto alla premessa sul cambiamento climatico.
All’inizio del secondo episodio un flashback suggerisce che la pandemia si sia diffusa a partire da uno stabilimento di prodotti alimentari a Giacarta in cui era stata utilizzata farina contaminata, e che la prima persona infetta abbia poi diffuso il fungo mordendo altre persone.
, un fungo parassita dei cereali. Nel Medioevo le intossicazioni causate dall’utilizzo della segale parassitata da questo fungo provocarono la morte di decine di migliaia di persone. La parte meno credibile è quella del contagio attraverso i morsi, una dinamica diversa rispetto a quella del videogioco, in cui l’infezione si diffonde in parte attraverso le spore nell’aria. Come, mantenere questa dinamica anche nella serie avrebbe probabilmente costretto gli sceneggiatori a scrivere troppe scene poco “televisive”, in cui gli attori e le attrici avrebbero dovuto indossare maschere antigas.
La diffusione della pandemia attraverso morsi volontari di persone infette e improvvisamente violente è ovviamente una forzatura. Ma esistono nella realtà infezioni fungine la cui diffusione ricorda vagamente questa dinamica.
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