Amadeus racconta dei problemi in Iran, grazie alla politica del regime che limita i diritti e le libertà personali dei cittadini. Poi invita ad entrare Pegah Moshir Pour, attivista...
«Ho deciso che la paura non la temiamo più. Il regime non ci fermerà più. Siamo uno dei Paesi più belli al mondo. Esiste un Paradiso "contaminato"? Purtroppo sì. Il regime uccide i bambini. E per un velo Mahsa Amini è stata uccisa. Io vi ringrazio, a voi di Sanremo, perchè ricordate al mondo che la musica è un diritto umano. I mie coetanei vivono un dramma e ve la racconto attraverso una canzone che è divenatata un rivoluzione.
Entra in scena Drusilla Foer e si alterna con Pegah Moshir Pour, le due si alternano nel pronunciare la parole «...In Iran la femminilità non si può esprimere, la povertà è alta, i bambini vengono sfruttati, i cani sono proibiti, per le lacrime, per gli intellettuali in prigione che spariscono nel silenzio. I profughi sono più di un milione. Per il senso di pace. In Iran, chi è gay rischia l'impiccaggio, per la libertà è la parola chiave. Per la Liberta!»Lucana, di origine iraniana, ha 31 anni.
Si definisce una nomade culturale ed europeista, e di temi come quello dell'etica digitale, di empowerment femminile e soprattutto di diritti umani parla nei tanti incontri ai quali prende parte non solo nelle scuole, ma anche come consulente e attivista per ong nazionali e internazionali.
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